Che casino a casa mia!
“Là in mezzo ci sono grandi possibilità. A patto di saperlo affrontare…..Nel lavoro come nella vita spesso fanno premio l’ordine, il metodo, l’organizzazione; eppure, qualsiasi impresa fuori dall’ordinario richiede creatività, flessibilità, reattività: caratteristiche da disordinati”. Questo articolo che ho letto su Style Magazine mi ha colpito dandomi la conferma che il mio disordine, del quale vengo sempre additata, altro non è che l’espressione della mia diversità nell’affrontare il mondo odierno.
Vorrei dedicare l’articolo a tutti i millennials che faticano a trovare la propria collocazione nel mondo del lavoro oggi, perchè in un mondo sempre più automatizzato diventerà necessario cavalcare il caos.
Ma cavalcare il caos è roba da geni o si può imparare?
Ordine o disordine, un bel dilemma, nella vita come nel business. Le dispute sull’ordine e il disordine sono fonte di continue discussioni fra amici, colleghi e conviventi e trovare una ragionevole tregua non è facile. Il disordine , tanto a livello personale quanto aziendale, può essere indice di genio? Può servire a qualcosa? Quelli del Grande Ordine sono forse preponderanti, specie nelle fila delle autorità: scuola, lavoro, azienda e rispettive gerarchie. E hanno le loro ragioni, ma se la necessità di tenere ogni cosa sotto controllo ha mille risvolti pratici, per i disordinati invece nella confusione hanno un alleato in più: la fisica, secondo la quale il disordine nell’universo è destinato ad aumentare inesorabilmente. “Bisogna avere il caos dentro di te per generare una stella danzante” scriveva Friedrich Nietzche. O un’idea brillante: guardare in fondo al gorgo del disordine consente di pensare l’impensato, vedere quello che ad altri sfugge e avere idee originali. Insomma il conflitto tra ordine e caos determina le sorti della vita.
Dentro di me c’è un’anima ordinata e una disordinata. Il caos si manifesta soprattutto nella mia vita privata, per mancanza di tempo visto il mio lavoro di Social Media Manager che prende moltissimo del mio tempo. E proprio questo lavoro mi ha costretta a trovare un modo per autodisciplinarmi, perchè è necessario essere per forza precisi. Credo che il segreto sia avere dei collaboratori che in qualche modo mi aiutino nel controllo dei miei difetti, quindi mi circondo di persone simili a me ma che compensino le mie caratteristiche. E’ vero che la gestione del lavoro quotidiano non ha per forza a che fare con la creatività, però riuscire a essere sempre sensibili e in ascolto è indispensabile.
Il mio essere disordinata però non è in nessun modo correlato con una mancanza di determinazione o l’indecisione, anzi ho sempre avuto le idee chiare su quello che voglio. Ho conosciuto invece delle persone assolutamente schematiche e precise che poi vivono nella mancanza di determinazione.Bisogna sempre chiedersi però per cosa ci si sta sacrificando altrimenti la determinazione viene meno: per me quello che faccio è giusto, perchè sono felice e non potrei fare nient’altro. Mi piacciono i progetti precisi, sempre perfetti, a tal punto che ho bisogno di uno spazio esplosivo proprio come quello della borsa di Mary Poppins, dove ci stava tutto e anche di più…..
Con la progressiva automazione del lavoro, le mansioni noiose e ripetitive entreranno sempre più a far parte dell’Intelligenza Artificiale, ma certe qualità prettamente umane come la capacità di provare emozioni e decidere sulla base dell’intuizione, resteranno fondamentali per destreggiarci tra gli imprevisti del mondo.
Eleonora Rovatti


