Storyteller, un cammino difficile

Inutile nasconderlo, quello che aspetta agli storyteller è un cammino difficile, ma per fortuna come ci ricorda il saggio Lao Tzu

«un viaggio di mille miglia inizia sempre con il primo passo».

Ogni piattaforma digitale è creata per lasciarci lo spazio di esprimere chi siamo e cosa facciamo. Non è cambiato il modo di esprimersi, sono cambiati gli strumenti con cui farlo ed essendo strumenti nuovi vanno utilizzati in modo consapevole da tutti noi.

I social sono piattaforme per raccontare, condividere e per creare relazioni lavorative importanti. Esiste però un’altra faccia della medaglia costituita da tutta quella parte di persone che, i social li utilizza per gioco. Premetto che non c’è nulla di male se ci vedi solo piattaforme di divertimento, ma il rispetto deve essere sempre alla base di tutto.


Ecco, il racconto del mio lavoro parte da qui.

È questo inizio, questa premessa, questo background, che dà più senso e significato alle storie personali e alle storie che racconto di persone che ogni mattina si alzano e fanno bene quello che devono fare.

Capacità da promuovere, opportunità da cogliere e moltiplicare, servizi da raccontare, consigli e molto altro; questo è il valore che voglio trasmettere per me e i miei clienti.

Perché è importante raccontare il proprio lavoro?

Perché siamo ciò che raccontiamo. Mi sono ritrovata a fare due chiacchiere virtuali insieme ai ragazzi di Voiago che, come me, hanno deciso di raccontare la propria esperienza lavorativa attraverso Instagram e non solo. Nei giorni scorsi sono stati attaccati da un hater e questa mia riflessione è nata nel momento in cui, lo stesso giorno, è successa una cosa simile anche a me. Il concetto sbagliato non è tanto l’hater, ma lo è dire cattiverie sul lavoro degli altri senza essere a conoscenza di tutte le sfumature e del valore di quella persona con cui stai per relazionarti.

Raccontare è la cosa più importante per evitare di dare poco valore al proprio lavoro, troppo valore a ciò che abbiamo e troppo poco a ciò che sappiamo fare.

Per cambiare dobbiamo cambiare prima di tutto l’approccio, i modi di essere e di fare.

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