La borsa delle donne

Cremisi Studio, la moda contro la violenza

Oggi vi parlo di una azienda che è nata con l’obbiettivo di mostrare come la moda non debba essere solo qualcosa di estetico, ma possa essere anche qualcosa di utile. Un oggetto, la borsa, che possa fare del bene… renderti bella in ogni occasione e sostenere una giusta causa.

La moda è in grado di fondere stile ed impatto sociale?

Secondo me si, e Cremisi Studio ne è la prova che si può fare. La missione chiave del brand è, infatti, sostenere le donne vittime di violenza, purtroppo numero in costante aumento nel nostro paese.

Infatti è stata pensata un’ iniziativa che fa parte della filosofia del brand: per ogni prodotto acquistato da Studio Cremisi, parte dei soldi saranno donati all’associazione “Io scelgo me” di Serena Fumaria che, da anni, si occupa del recupero di donne vittime di violenze ed abusi, ponendosi come obbiettivo quello di permettere un rientro ottimale di queste persone nella normalità, magari seguendo uno stile di vita sostenibile.

Perché, il vero problema, è proprio RITORNARE alla normalità. Il problema è fidarsi di nuovo di un uomo, credere nell’amore, ritrovare se stesse e sognare, ancora, il gesto più semplice del mondo: lui che ti allunga la tua borsa preferita e ti prende per mano per camminare insieme.

Questa giornata #stopallaviolenzasulledonne voglio celebrarla con l’intervista a Sabrina di Tora, fondatrice del progetto e del brand, che ha risposto alle mie domande sul perchè ha pensato di creare la borsa icona dedicata alle donne vittime di violenza che vanno aiutate e ricordate tutti i giorni dell’anno, ma che vengono celebrate durante la giornata internazionale del 25 novembre.

 6 domande a Sabrina Di Tora

  1. Com’è nata la passione di fare le borse?

La passione per le borse nasce in concomitanza con i miei primi lavori nel settore-moda, quindi direi che sono state le borse a scegliere me! I miei studi, ultimati quasi 10 anni fa, sono stati allo IED Moda Lab di Milano, settore accessori: scarpe, borse, cappelli e piccola pelletteria; avrei avuto sicuramente un ventaglio di scelta quando mi sarei affacciata al mondo lavorativo, invece il mio primo impiego in ufficio stile di Alexander Mc Queen a Londra fu proprio sulle borse e piccola pelletteria. Da lì in poi le borse le definisco come amiche di vita essendo un oggetto propriamente femminile.

2. Sei tu l’ideatrice del Brand?

Esatto, sono l’ideatrice di questo progetto ambizioso che mi piace chiamarlo “Charity Brand”. Lo definisco ambizioso perchè unire un problema di natura sociale e culturale, così grande, con la moda e farne la sua forza e determinazione è qualcosa di molto molto difficoltoso, soprattutto quando c’è bisogno di spiegarlo a fondo per far capire bene il concept, ma essere anche di fiducia nell’attività contro la violenza sulle donne e di genere.

3. Com’è nata l’idea di creare accessori per sostenere le donne vittime di violenza, quali i progetti futuri?

L’idea è nata da una voglia di sensibilizzare questo tema con una chiave diversa e alla portata di tutti, ma anche quello di essere più collaborative e unite in qualcosa che ha realmente bisogno di essere cambiato, in primis culturalmente, ma anche legalmente e burocraticamente. Cremisi Studio per ogni borsa venduta devolve la sua percentuale all’Associazione “Io scelgo me” di Serena Fumaria, che sostiene le donne vittime di violenza. Il primo passo per uscire da questa spirale di violenza è proprio quello di farsi aiutare da persone che rimettono in moto la nostra autostima, dalla consapevolezza di noi stessi agli aspetti legali e burocratici della causa. I progetti futuri, sono molti, quello più vicino che si concluderà a breve, è quello di una holding lusso con sede a Milano che ci vorrebbe come partner associata. Il grande interesse è sia per l’estetica del brand, ma soprattutto per il concept charity che ci contraddistingue.

4. Cosa ti ha ispirato nella ricerca di questo progetto?

Su Vanity Fair, nel 2013, ci fu un’intervista all’avvocata Antonietta Confalonieri, un articolo da leggere e rileggere; il titolo aiutava già a capire la base del problema secondo chi, tutti i giorni, ha a che fare con il tema violenza sulle donne:

“Serve un cambiamento culturale”. E’ inutile tagliare i rami se le radici sono secche, c’è bisogno di formazione su eguaglianza e rispetto di genere e amore per sè stessi fin dalla tenera età. Questo è stato uno degli articoli che mi ha emozionato e ispirato.

Ed ora, visto che sono molta curiosa e mi piace scoprire le tendenze future, ecco altre due domande per Sabrina sul tema fashion:

5. Quali sono i colori di tendenza che utilizzate per le prossime borse?

Continueremo sicuramente con i toni rosa, il fucsia e il rosso Cremisi, d’aiuto arriveranno dei contrasti sfiziosi e glamour come il giallo, il verde e il viola.

Qualche preview si inizierà a vedere a fine anno con una limited edition all’interno di Cremisi Studio, studiata a pennello per incuriosire a ciò che verrà con l’ anno nuovo.

6. Qual’è il tuo colore preferito?

Il mio colore preferito è il nero. Riesce a dare valore dai toni freddi e anche a quelli più caldi e mi piace perchè sta bene con tutto ma anche da solo, rispecchia molto il mio modo di vivere. Inconsciamente mi rendo conto di rispecchiare molto il nero, passo giornate intere in studio a disegnare da sola, per mio volere, ma una volta uscita dal mio mondo riesco a stare in tutte le situazioni che mi vengono proposte.

Sono onorata di aver sostenuto, attraverso contenuti digitali, questo “Charity Brand” e poter condividere, con tutte voi, un progetto  che unisce la moda e il sociale a difesa di tutte le donne.

Grazie Cremisi Studio by Sabrina Di Tora.

Eleonora Rovatti | Trend Setter

ph.: Fabio Salmoirago

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